domenica 28 settembre 2008

Niccolò Ammaniti: Ti prendo e ti porto via

Una carrellata di rapporti psicotici.

Il romanzo si snoda lungo il tracciato dell'Aurelia, in una Maremma acquitrinosa ed assolata, nel paese immaginario di Ischiano Scalo, quattro case vicino alla laguna, torride d'estate, ghiacciate in inverno. Due vite scorrono su due binari paralleli senza quasi incontrarsi: si tratta di Pietro Moroni e di Graziano Biglia, un adolescente introverso figlio di un pastore ubriacone e un logoro playboy da spiaggia emulo di Paco de Lucia.

La storia si apre con la fine delle scuola e... la bocciatura di Pietro. Ma per capire cosa è successo bisogna fare un salto indietro di sei mesi.

Dopo anni di assenza Graziano torna ad Ischiano Scalo annunciando ai quattro venti il suo imminente matrimonio con Erica Trettel, una cubista ventenne con solide aspirazioni televisive. Vuole mettere la testa a posto, aprire una jeanseria al posto della vecchia merceria di famiglia e mettere al mondo tanti marmocchi frignanti. Niente di più lontano dalle aspettative di Erica, che sfrutta il vecchio fricchettone fintanto che non trova un'occasione qualsiasi di fare la velina in un programma qualunque, lasciandolo nella merda. Infatti Graziano aveva appena finito di organizzare una serata a Saturnia per ostentare a tutti gli amici il corpo scultoreo della sua promessa sposa.

Pietro è il classico ragazzo difficile, una famiglia problematica alle spalle, con un padre padrone alcolizzato e violento, e una madre persa nella nebbia degli psicofarmaci. Nemmeno il fratello maggiore si salva, metallaro con la passione per la musica melodica, un mezzo ritardato mentale. Il suo segreto è l'amicizia con Gloria, la bella figlia del direttore della banca locale. La famiglia Celani prende Pietro sotto la sua ala protettrice, ma questo attira l'attenzione di Federico Pierini e del suo branco che costringono Pietro in una gelida notte di pioggia a fare irruzione con loro nella scuola e a distruggere televisori e materiali.

In questa notte di pioggia, tra l'Aurelia e il paese, si incrociano i destini di una folla di personaggi malati ognuno a suo modo: presidi succubi di vicepresidi arpie, poliziotti violenti, pariolini viziati col complesso del primo bacio, borgatare isteriche coi capelli viola, bidelli che pensano di essere John Wayne e prostitute clandestine che chiamano la polizia.

E' qui che compare la professoressa Flora Palmieri, anonima zitella trentenne insegnante di lettere, chiamata in causa da una scritta sul muro della palestra della scuola devastata dai vandali e prontamente svegliata nel cuore della notte da una telefonata della vicepreside più perentoria di un ordine di servizio. La professoressa Palmieri è la chiave di volta del racconto e, mentre fa colazione all'alba in un bar per camionisti sulla statale, il suo destino si incrocia con quello del playboy Graziano Biglia, reduce da una sbornia per essere stato mandato brutalmente affanculo dalla sua bella cubista. Si incrocia anche con quello di Pietro, l'unico dei ragazzi che è stato riconosciuto dal bidello. Entrambi sono lirici e irresoluti, patetici nella loro incapacità di imporsi, di dire di no. Pietro viene messo sotto torchio e confessa, i teppisti sono smascherati, ma faranno di tutto per fargliela pagare.

Flora Palmieri torna a casa ad accudire la madre inferma senza ricordarsi di avere dato appuntamento a Graziano per aiutarlo a scrivere un curriculum. E qui, grazie ad una pasticca di sostanze psicotrope, avviene la metamorfosi di due adulti mai cresciuti del tutto che dopo una notte di sesso nell'acqua calda di Saturnia si innamorano perdutamente l'uno dell'altro dimenticando convenzioni e pregiudizi. Mentre il branco insegue Pietro per massacrarlo c'è l'unico fugace contatto tra i due protagonisti maschili di questa storia: Graziano, uscito dalla casa di Flora, si ferma a difendere il ragazzo dalle botte di Pierini e compagni.

Tutto fa pensare al lieto fine: il matrimonio tra il playboy e la prof, lei che ha finalmente trovato un uomo, lui che ha messo la testa a posto, la fine dell'anno che si avvicina con la promessa di Flora che Pietro non sarà bocciato così potrà andare al liceo nonostante l'ostracismo della famiglia. Ma le cose non vanno come devono andare. Il signor Moroni si rifiuta di presentarsi a scuola dopo la sospensione, Graziano parte improvvisamente per la Giamaica.

Si arriva così a giugno e ai tabelloni fuori da scuola. La professoressa Palmieri non si è più vista in giro negli ultimi mesi. Pietro è l'unico bocciato. Si rifugia nella laguna in mezzo alle zanzare dove Gloria lo raggiunge e lo incita a fargliela pagare alla Palmieri. Ed anche questa volta Pietro non è capace di dire di no, così si intrufola nella casa dell'insegnante per infilarle una biscia nel letto. Ma la mente di Flora non è più la stessa, l'esperienza amorosa e quella dell'abbandono hanno infranto completamente le piccole sicurezze su cui si reggeva la sua vita scialba. Anche il suo corpo non è più lo stesso: Graziano Biglia le ha lasciato il ventre tondo che lei ostenta nuda nella vasca da bagno in un delirio di canzoni, briciole e acqua. E accusa Pietro di essere un debole come lei, ma nel momento in cui lui reagisce il mangianastri elettrico cade nella vasca piena d'acqua.

Pierini gli domandò: "Lo sai che è morta la professoressa Palmieri?"
Pietro lo guardò negli occhi. E lo disse: "Lo so. L'ho ammazzata io".

E' questa la reazione di Pietro, la sua unica possibilità di salvarsi da una famiglia sbagliata, l'unico modo per non diventare un fallito come loro.

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