L'ho letto d'un fiato.
Dopo due romanzi così così, il dottor Vitali torna a deliziarci con un racconto lungo delizioso e godibilissimo. Questa volta il medico di Bellano non ha preso ispirazione tra le tombe del cimitero del paese, ma ha attinto direttamente dai necrologi sui muri: "dopo lunga e penosa malattia". Come al solito personaggi e situazioni narrati sono esemplari di una provincia nota e familiare, l'epoca sono quegli anni sessanta e settanta in cui in casa c'era un solo apparecchio telefonico nel corridoio e da fuori si telefonava a gettoni, quegli stessi anni di Una finestra vistalago e Un amore di zitella.
I personaggi questa volta hanno nomi comuni, così come comune è la patologia narrata: l'infarto al miocardio che stronca il notaio Galimberti e l'angina pectoris, anticamera dell'infarto, di cui soffre l'amico e protagonista dottor Lonati. Ma chi ha commissionato quello strano necrologio? Come mai vi si parla di assidue cure prestate all'amico dal dottor Lonati? E cosa sono le impronte di scarpe bagnate sul pavimento e la puzza di fritto? Che ruolo ha il farmacista (stranamente anonimo) che assomiglia a un domatore di leoni, a un macellaio o a un maitre d'hotel?
Attorno a questi misteri si snoda una vicenda tanto semplice quanto inattesa, con un finale a sorpresa. Infatti mi stavo chiedendo dove fossero finite le nostre forze dell'ordine.
Dopo due romanzi così così, il dottor Vitali torna a deliziarci con un racconto lungo delizioso e godibilissimo. Questa volta il medico di Bellano non ha preso ispirazione tra le tombe del cimitero del paese, ma ha attinto direttamente dai necrologi sui muri: "dopo lunga e penosa malattia". Come al solito personaggi e situazioni narrati sono esemplari di una provincia nota e familiare, l'epoca sono quegli anni sessanta e settanta in cui in casa c'era un solo apparecchio telefonico nel corridoio e da fuori si telefonava a gettoni, quegli stessi anni di Una finestra vistalago e Un amore di zitella.
I personaggi questa volta hanno nomi comuni, così come comune è la patologia narrata: l'infarto al miocardio che stronca il notaio Galimberti e l'angina pectoris, anticamera dell'infarto, di cui soffre l'amico e protagonista dottor Lonati. Ma chi ha commissionato quello strano necrologio? Come mai vi si parla di assidue cure prestate all'amico dal dottor Lonati? E cosa sono le impronte di scarpe bagnate sul pavimento e la puzza di fritto? Che ruolo ha il farmacista (stranamente anonimo) che assomiglia a un domatore di leoni, a un macellaio o a un maitre d'hotel?
Attorno a questi misteri si snoda una vicenda tanto semplice quanto inattesa, con un finale a sorpresa. Infatti mi stavo chiedendo dove fossero finite le nostre forze dell'ordine.
1 commento:
Complimenti Ghiso per questo articolo e questo tuo bel blog.. topo di Biblioteca.. nome davvero curioso :)
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