domenica 23 marzo 2008

Andrea Vitali "Un amore di zitella"

Una sposina acida e un amore di zitella.

Iole Vergara, la protagonista di questo racconto lungo di Vitali si muove nel microcosmo di Bellano, dagli uffici comunali dove lavora come dattilografa, all’appartamento al secondo piano del condominio con vistalago ereditato dai genitori. Una vita piatta, senza slanci o grilli per la testa, in cui la massima aspirazione sembra essere quella di acquistare un televisore per seguire al festival di Sanremo Tony Renis e la sua “Quando, quando, quando”.

Deve vedersela però con l’invidia dell’astiosa collega Iride Rusconi, avida lettrice di romanzetti rosa divorati di nascosto sotto la scrivania, alla quale il capoufficio preferisce la Vergara per un incarico straordinario in vista delle elezioni amministrative. Il rancore di Iride continua ad aumentare e si sfoga sia nei confronti del segretario comunale Restelli, ammalato di prostata, che verso la collega che le ha sottratto una fonte di guadagno. La vendetta di Iride si concretizzerà in occasione del suo matrimonio al quale Iole non sarà invitata.

Ci pensa zia Ortensia, una vecchia amica di famiglia di Rapallo, a portare scompiglio. Iole, la nipote adottiva preferita, deve correre ad assisterla dopo un ricovero in ospedale, e la sua improvvisa partenza per la Riviera fa immaginare alla maligna collega chissà quali tresche nascoste. E come se non bastasse la candida Iole decide di essere superiore alla meschinità di Iride e risponde al mancato invito a nozze con una munifica edizione della Divina Commedia. Il biglietto d’accompagnamento recita: “Con i più sinceri auguri. Iole e … Dante”.

Ma chi sarà mai questo Dante? Quali segreti nasconde la pallida dattilografa? L’accanita lettrice di romanzetti non degna di uno sguardo i tre tomi rilegati in pelle e si mette ad indagare sulla vita privata della collega col tatto degno di un elefante. Pressata dall’invadenza di Iride, Iole non sa che dire e arrossisce. Nasce così nella sua immaginazione un misterioso corteggiatore genovese, che la porta ad una metamorfosi: fondotinta, profumo, camicetta nuova. Ancora una volta è zia Ortensia a portare scompiglio: Iole deve richiedere un permesso al capoufficio per accogliere alla stazione la vecchia zia, scatenando le illazioni e la malignità della collega.

Poche notti dopo però la vecchia zia si spegne gettando la timida Iole nella disperazione. Al dolore per la perdita si aggiunge l’imbarazzo, perché la bugia su Dante verrà sicuramente smascherata durante il funerale. Ma sarà proprio il burbero segretario comunale, al corrente di questa commedia degli equivoci, a salvare l’innocente segreto della sua dipendente.

1 commento:

Cinquesensi ha detto...

Agli appassionati di Andrea Vitali vorrei segnalare il suo ultimo lavoro, realizzato in collaborazione con l'artista Giancarlo Vitali, Silhouette (collana iVitali, CinqueSensi Editore). Grazie.

http://www.cinquesensi.it/2010/11/i-vitali/