venerdì 15 giugno 2012

Chiara: Saluti notturni dal Passo della Cisa

Ho ripescato dalla mia biblioteca un romanzo di Piero Chiara, uno dei miei scrittori preferiti. Mi è venuta la curiosità di rileggere questo autore, al quale la critica ha più volte paragonato il bellanese Andrea Vitali e la scelta è caduta su uno dei suoi pochi romanzi non lacustri. Caspita che differenza... erano un po' di anni che non prendevo in mano un suo testo ed effettivamente le analogie si limitano all'ambientazione sul lago e ad alcune tipologie di personaggi. Ma la caratterizzazione è proprio diversa.

La scrittura di Chiara è logica ed essenziale, non si dilunga in dettagli che poco hanno a che fare con la narrazione e che sono invece il pepe delle storie di Vitali. E poi c'è la scelta del "giallo" che Chiara, aiutante di cancelleria dipendente dal ministero di grazia e giustizia fino al raggiungimento dell'età pensionabile, ci fa gustare in molti suoi romanzi. Ma anche un romanzo itinerante, su e giù dal passo della Cisa.

La vicenda si snoda tra Bergamo e Lerici con al centro la provincia di Parma, su quelle colline di Langhirano dove stagionano culatelli e parmigiano. Qui in una villa isolata si è ritirato Pilade Spinacroce, rientrato in patria con i miliardi dopo una vita trascorsa in Argentina. Il vecchio emigrante ha riallacciato i rapporti con sua figlia Myriam, rea di aver ceduto alle lusighe di un casanova da strapazzo, l'oculista Francesco Salmarani, da cui ha avuto Albertino, affetto da una rara sindrome che lo rende una specie di mostro deforme. La gente vocifera che il vecchio Pilade abbia nascosto in una stanza segreta della villa, una sorta di caverna di Alì Babà, i miliardi portati dal Sud America dentro alla bara della moglie ed intorno a lui inizia un balletto alla ricerca dell'eredità o del bottino. La bella governante Maria Malerba (nomen omen), che diventa l'amante del vecchio, i due giovani scapestrati Felegatti e Bonomelli, che cercano di rapinare la villa, lo stesso Salmarani, che diventa a sua volta l'amante della Malerba, mentre si sposta nottetempo tra Bergamo e la Liguria.

Dopo il finale a sorpresa de La stanza del vescovo e il doppio colpo di scena de I giovedì della signora Giulia, il finale dei Saluti notturni non potrebbe essere più inaspettato: una multiforme girandola di possibilità che confondono il lettore. Fino alla battuta finale del protagonista Salmarani all'amorfa Myriam: "Ti ho messo davanti tutte le verità possibili. Scegli tu quella che ti va meglio".

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